
Lavorare in un ospedale, come potete ben immaginare, può contemplare il fatto di avere dei turni di lavoro che iniziano molto presto la mattina e che sono generalmente molto rigidi. Perlomeno, questo è quello che mi fu richiesto dopo qualche anno di lavoro in clinica: iniziare i colloqui del reparto di neurologia alle 8 di mattina. Per me che venivo dall’altra parte di roma significava svegliarsi alle 6, come minimo. Ora, per una che per tutta la sua vita universitaria e oltre ha inevitabilmente perso tutte le prime ore di lezione per una evidente incapacità di connettere il cervello prima dello spuntare del sole, questo costituì un trauma mica da poco. Comunque, dopo diverse lettere di richiamo e minacce di licenziamento, più o meno sono riuscita a diventare una tipa mattutina.
La riflessione che ne segue è che c’è una speranza: mattinieri si può diventare!
Secondo le ricerche dei cronopsicologi esiste un continuum in cui ogni individuo si può collocare in base al suo schema di sonno individuale. Questo continuum va da chi si addormenta al primo accenno di crepuscolo e si sveglia prima dell’alba, i tipi mattutini o le cosiddette allodole, a chi sta sveglio fino a tardi e si sveglia quando il sole è già alto e cioè i notturni estremi o gufi. Fra questi due ci sono gli intermedi, un buon 70% circa, che si adattano facilmente ai due orari. Il sonno e la veglia hanno complessi meccanismi ma ci sono dei fattori, oltre a quelli genetici che incidono per il 50%, che spiegano la preferenza per certi orari piuttosto che altri.

Gufi
Il primo fattore che incide è il rilascio della melatonina, un ormone prodotto dall’epifisi che agisce sull’ipotalamo e regola il ciclo sonno-veglia. La melatonina è secreta solamente di notte (tempo dell’orologio circadiano) e non dipende dal sonno. La luce intensa tende a fare diminuire i livelli di melatonina quindi d’estate la durata del “segnale” della melatonina è più breve. In inverno le notti sono lunghe e quindi la durata del “segnale” della melatonina è lungo.
A determinare se siamo gufi o allodole può essere anche il genere sessuale: gli uomini tendono a preferire la notte rispetto alle donne, l’età: crescendo dormiamo meno e diventiamo più mattinieri, la latitudine: a nord si tenderebbe ad andare a letto più tardi, la data di nascita: quelli nati in estate sono più notturni, le abitudini sociali e naturalmente, la cultura in cui si vive.
Alcune ricerche hanno messo in evidenza che le preferenze di orario si collegano anche a particolari tipi di personalità. Sembrerebbe infatti che le persone che preferiscono alzarsi presto sono più coscienziose ma meno creative dei tipi notturni. D’altra parte chi va a letto tardi aggiunge punteggi più elevati ai test d’intelligenza, è meno dipendente e convenzionale ma emotivamente più instabile, con tendenza alla depressione e ai disordini alimentari.
E voi da che parte state? Per scoprirlo basta fare il test online.