Il sogno di ogni genitore è avere un bravo bambino: obbediente, intelligente, che non disturbi e che mangi tutto quello che la mamma gli mette nel piatto.
Ma a che prezzo si ottiene tutto questo?
Alice Miller, psicoanalista pentita, ci racconta i meccanismi psicologici che sottendono la “creazione” del figlio perfetto nel suo bellissimo libro dal titolo “Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sè“.
Le persone che durante l’infanzia non vedono i propri bisogni affettivi soddisfatti li rimuovono per non soffrire e ottenere l’amore materno.
Quando diventano genitori questi affetti rimossi si ridestano con la conseguenza che il bambino sarà educato per colmare tali vuoti. In particolare tenderanno a far diventare il figlio come piace a loro.
D’altronde la situazione è molto propizia: il bambino è l’essere più disponibile che ci sia in quanto totalmente dipendente quindi plasmabile a proprio piacimento (pena la sottrazione dell’amore materno).
Dunque quando una madre (o anche un padre) ha delle problematiche affettive non risolte, il bambino non può specchiarsi in lei perchè la madre non lo vede realmente per come è ma vede solo le proprie attese e le proprie paure.
L’adattamento ai bisogni dei genitori conduce spesso allo sviluppo di un falso sé, il bambino si limita ad apparire come ci si aspetta debba essere.
Il vero Sè non può svilupparsi perchè non viene lasciato esprimere: si avrà un bambino che assomiglia ad un piccolo adulto sotto la cui superficie cova la depressione poichè gli è stato reciso l’elemento vitale, l’espressione di se stesso.
I sentimenti rimossi, ormai scissi dallo sfondo che li aveva motivati, continuano ad esprimersi in atti distruttivi rivolti contro gli altri (criminalità e stermini) o contro sè stessi (tossicomanie, alcolismo, prostituzione, disturbi psichici, suicidio).