L’arrivo della pandemia ha sconquassato gli equilibri interni ed esterni di ognuno di noi causando angoscia per la salute fisica e per le ricadute economiche, oltre alla frustrazione per le limitazioni delle nostre libertà.
Le difficoltà psicologiche hanno colpito un pò tutti, ma una categoria in cui questo è stato sicuramente amplificato è quella del personale medico-sanitario.
Le professioni sanitarie sono professioni che fronteggiano, già in situazioni normali, elevati livelli di stress e rischi di burn out (disagio fisico e psichico che può portare ad una sorta di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione).
I medici e gli infermieri infatti fanno un mestiere faticoso, gravoso dal punto di vista emotivo e psicologico come tutti i mestieri che hanno a che fare con la cura, la gestione delle relazioni, della malattia, dei corpi e della morte.
Ma molto spesso questi lavoratori non riconoscono la natura di questi costi emotivi e non se ne prendono cura o lo fanno solo davanti ad una crisi profonda.
Crisi profonda che è stata innescata dall’arrivo del coronavirus che ha aumentato vertiginosamente il numero dei pazienti e quindi il carico di lavoro che è diventato massacrante, oltre che molto più rischioso.
Tutto questo può avere ripercussioni a lungo termine sulla salute fisica ma soprattutto su quella psichica con il presentarsi si sintomi di depressione e ansia, insonnia, aumento di consumo di tabacco, alcool e disagiopsicologico generalizzato.
E’ importante dunque che i medici e gli infermieri si occupino di quello che stanno vivendo chiedendo aiuto, perché prendersi cura di se stessi significa prendersi cura anche dei loro pazienti.
Per quanto detto, mi sento di essere vicino in questo momento difficile ai medici e agli infermieri offrendo uno sconto del 20%sui colloqui sia di counseling che di psicoterapia.
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Sono passate ormai settimane dall’inizio di questa emergenza planetaria e quello che all’inizio sembrava così sconvolgente sta piano piano assumendo contorni sempre più familiari: rimanere in casa tutto il giorno, non poter uscire quando vogliamo, programmare quando fare la spesa, studiare e lavorare via Skype.
Anche la psicoterapia ha subito questi stravolgimenti, non più sedute in studio ma via computer.
L’esperienza personale e dei tanti colleghi mi dice che è una cosa che si può organizzare e svolgere in maniera ottimale al pari di una psicoterapia dal vivo.
Poiché a questa fase di emergenza ne seguirà una di riorganizzazione di tutte le nostre abitudini penso che sia importante iniziare a pensare che la modalità online sarà la modalità prevalente della nostra attività terapeutica.
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