Il pericoloso inganno della spontaneità.

Gliel’ho dovuto chiedere, non ci ha pensato lui, non mi ama veramente.”
Quante volte abbiamo sentito queste parole?
Quante volte l’abbiamo pensato noi stessi?
Queste affermazioni si basano su un mito che ci si tramanda da generazioni e cioè che “le cose che devi chiedere sono prive di valore”, il mito affonda le sue radici nell’assunto che una cosa non spontanea non è autentica.

Diciamocelo chiaramente: il verbo chiedere in una relazione, e ancora di più in una relazione d’amore, non è visto di buon occhio.

Nell’opinione comune il vero amore è contraddistinto da una mistica sovrapposizione di pensieri e sentimenti dei due innamorati: io provo quello che tu provi, desidero quello che tu desideri, capisco quello che pensi.
Il tutto naturalmente senza parlare.
Fossimo registi useremmo al meglio queste romantiche telepatie per confezionare un dolcissimo film d’amore, ma ahimè siamo psicologici e ci tocca invece l’ingrato compito di analizzare cosa succede dal punto di vista transazionale.

All’inizio di una relazione è normalmente patologico, anzi necessario, essere simbiotici quindi al ristorante se si chiede “Cosa prendi?” la risposta non potrà che essere “quello che prendi tu”.

E’ normale, perchè lo scopo di questa prima fase è la sopravvivenza della coppia.

Nelle coppie più longeve e in quelle che aspirano ad esserlo, alla fusionalità deve però succedere la differenziazione, altrimenti si diventa infelici.

Nelle relazioni in cui prevale un tipo di comunicazione simbiotica è molto probabile che abbondino rabbia e dolore.

Questo perchè aspettarsi sempre qualcosa invece di chiederlo porta dritti dritti dal regno dell’amore a quello della pretesa “siccome ci amiamo pretendo che tu mi capisca anche quando non parlo”.

La pretesa è un comportamento passivo, attendersi dei gesti senza dover chiedere nulla significa svalutare sia la nostra efficacia nel chiedere, sia la risposta che si potrà ottenere, quindi svalutiamo noi stessi e l’altro.

Nello specifico pretendere è un atteggiamento del Bambino (si attende che l’altro esaudisca le sue richieste senza parlare, un pò come riesce a fare la mamma quando siamo piccoli).

Quando mettiamo in atto comportamenti passivi non siamo nell’Adulto e quasi sicuramente stiamo iniziando un gioco psicologico (approfondisci cosa Berne ha scritto sui giochi qui).

Chiedere invece è un gesto Adulto, in cui si rendono espliciti i propri bisogni e necessità, i propri desideri.
Chiedere significa esercitare il proprio potere.
Certo, ci si espone a dei rischi perchè potremmo ricevere un no, ma una risposta negativa non potrà mai essere negativa quanto lo sono le conseguenze di un gioco psicologico.
Dunque se volete baci, parole d’amore, carezze chiedetele e ottenetele; sono baci, parole d’amore e carezze altrettanto validi di quelle che ottenete aspettando che gli altri lo facciano spontaneamente.
E’ vero, c’è una probabilità che potreste ottenere risposte non autentiche, fatte solo per essere gentili, ma voi avete sempre il vostro Adulto per verificare questa possibilità.
E se aveste la prova che erano false potrete:

1. scegliere di accettarle comunque
2. rifiutarle
3. richiederne di autentiche
4. o chiederle ad un’altra persona!

 

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