Il corpo e la parola

pensare con il corpo

Finchè non è nella carne, la conoscenza è solo rumore.

(Proverbio della Nuova Guinea)

Qualche settimana fa vagavo in libreria ammazzando il tempo tra un paziente e un altro. Devo dire che ultimamente il reparto Psicologia delle grandi catene di distribuzione appare sempre più nutrito, per me è ottimo in quanto non mi tocca per forza andare verso San Lorenzo per comprare qualche libro decente (per chi non è di Roma è il quartiere in cui si trova la facoltà di Psicologia e dove si trovano la maggior parte delle librerie specializzate).
Comunque, mentre ero immersa nella lettura del nuovo classico “Come diventare bella ricca e stronza” (non me ne voglia il buon Sigmund ma sfogliare le Opere farà tanto professionista ma per tenere in mano i libri della Boringhieri devo fare palestra almeno per un mese prima!), sono stata attratta da questo solitario libricino rosso.
Il titolo è “Pensare con il corpo di Jader Tolja e Francesca  Speciani, editore Baldini & Castoldi.
Già dalle prime pagine mi ha catturata letteralmente e, grazie anche ad una scrittura semplice, accattivante, ricca di esempi pratici e aneddoti, l’ho divorato in un paio d’ore.
Vi ho trovato quello che ho sempre intuito e che in quest’ultimo periodo della mia vita personale e professionale è diventato sempre più evidente: e cioè quanto il corpo sia  importante per noi e come invece ce ne siamo dimenticati, anzi come lo abbiamo messo in secondo piano sulla base di una supposta superiorità della mente.
Gli autori invece ci ripetono per tutto il libro che

i meccanismi fisici e psicologici di un essere umano non funzionano mai separatamente, ma sono regolati internamente da un’unica forma di gestione del sistema globale. Quindi ogni volta che si vanno a influenzare parametri fisici come forza e debolezza, giovinezza e vecchiaia, nell’uomo si provoca un’interferenza anche su tendenze psicologiche. Se per esempio si curasse un’anemia con dosi adeguate di ferro, senza tenere conto di quanto il sintomo rifletta coerentemente anche sul piano fisico un bisogno psicologico di minor energia (funzionale per qualche motivo a un dato momento della propria vita), è probabile che, una volta ‘risolto’ questo problema, lo stesso bisogno si ripresenti sotto altra forma, quale una storta a una caviglia, un’allergia, un esaurimento.

Infatti il principio su cui si basa il funzionamento del nostro organismo è quello dell’equilibrio (omeostasi in linguaggio scientifico). È grazie a questo che la nostra temperatura è di 37° sia d’inverno che d’estate, che non ingrassiamo di 5 kg se mangiamo 5 kg di cioccolato o non dimagriamo di 3 kg se digiuniamo 3 giorni.
Purtroppo, la convinzione errata che la mente abbia più potere rispetto al corpo fa si che molto spesso noi siamo assoggettati alle sue manie. Per manie della mente intendo l’assunzione di medicinali, droga, alcol, cibo eccessivo, fumo, semplici integratori vitaminici o al contrario diete e digiuni. Cosa succede al nostro naturale equilibrio?
Beh in soldoni il primo effetto di queste forzature è una reazione uguale e contraria a salvaguardia dell’omeostasi. Perché l’ecosistema umano non è disposto a cambiare i suoi piani se non ha dei validi motivi.
Questo è solo una minima parte di quello che si può trovare in “Pensare con il corpo” , si parla inoltre del significato della malattia, del lavoro, degli spazi, dei tempi, delle relazioni, del modo di vestire, del linguaggio, del cibo e della sessualità. Tutte cose che, ce ne accorgiamo o meno, ci cambiano anche a livello fisico.
Ve lo consiglio vivamente perché il nostro corpo è qui, ora, e se volete potete cominciare a sentire cosa ne pensa.

Il sito ufficiale dove ci sono altri interessanti articoli.

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