Le allegre comari. Ultima parte.

Le materie in cui il pettegolezzo può operare sono molte e svariate ma il tema per eccellenza rimane la vita privata delle persone. Più in particolare la parte più intima della vita privata e cioè quella sessuale. Se si dice che una persona è disonesta o corrotta non stiamo facendo pettegolezzo, ma se diciamo che ha un amante allora stiamo facendo del pettegolezzo. Vediamo allora quali sono le funzioni assolte dalla pratica del pettegolezzo.

Valuta e gestisce la reputazione

È impossibile che la condotta morale di qualcuno sia totalmente corrispondente alla sua immagine pubblica: il pettegolezzo coglie questa discrepanza e la condivide con gli altri membri del gruppo. Attraverso il pettegolezzo i gruppi umani confrontano i loro principi con le loro pratiche quotidiane. Soprattutto alle personalità che hanno una poszione particolare nella comunità (leader politici, religiosi) è richiesto che abbiamo una totale sovrapposizione tra condotta privata e pubblica. Ritorniamo all’esempio di Clinton: egli probabilmente è stato uno degli uomini politici più brillanti degli ultimi anni, un capo di stato abile, rispettato e stimato da tutti i potenti della terra, eppure con quello scandalo ha fatto vedere tutta la sua irresponsabilità privata, offuscando la  splendente figura pubblica del presidente con l’immagine sbiadita dell’uomo.

Serve a rinforzare i valori condivisi

Il pettegolezzo preserva la società dalla deriva morale sanzionando tutte le violazioni delle regole sociali, la riprovazione affidata al pettegolezzo scoraggia il diffondersi di comportamenti inappropriati.  In casi estremi il pettegolezzo faceva si che un membro fosse escluso dal gruppo per indegnità  (pensiamo in particolare ai pettegolezzi concernenti le donne). Equivale dunque ad un rimprovero ma travestito da qualcos’altro, il messaggio arriva direttamente a destinazione ma per vie indirette senza che venga lanciata una sfida esplicita.

Unisce i membri di un gruppo

Il pettegolezzo favorisce lo sviluppo dell’intimità perché è  espressione di familiarità e fiducia verso la persona con cui si condivide un segreto. Può essere considerato una forma di psicoterapia collettiva poiché, parlando di qualcun assente, questo diventa un simbolo.  Alcuni ricercatori sostengono che il condividere tra colleghi pettegolezzi su uno di loro contribuisce a rendere il team di persone più unito. Gli scienziati che studiano l’evoluzione teorizzano che senza la rete tradizionale creata dal pettegolezzo, la società si  briciolerebbe.

Chiarisce la posizione sociale

La regola del pettegolezzo vuole che l’inferiore spettegoli sulla sfera privata del superiore e del potente piuttosto che viceversa. E questa regola vale per tutti i livelli sociali.  Ci sono ricerche svolte in scuole medie americane che confermano questa regola: il pettegolezzo, in questo contesto, ha come oggetto le ragazze più popolari e come veicolanti le ragazze arriviste. Parlare dei fatti delle ragazze up permette a quelle che non lo sono di dimostrare agli altri di essere vicine a quelle e quindi di sfruttarne l’immagine contribuendo così all’ascesa sociale.

Stabilizza, sviluppa e mantiene le relazioni e le reti sociali

Attraverso il pettegolezzo noi veicoliamo quanto c’è di più prezioso oggi: l’informazione. I sociologi hanno da tempo messo in evidenza la funzione del pettegolezzo come strumento di coesione e ordinazione sociale. Attraverso di esso la gente definisce i propri modelli comportamentali. Lo psicologo Nigel Nicholson della London School of Business sostiene che il gossip ci aiuta a stabilire e mantenere le relazioni, a cementare i legami sociali con gli altri membri della nostra cerchia sociale in quanto fornisce informazioni vitali sulle motivazioni e sulle intenzioni della gente.  Quando sentiamo informazioni sul comportamento degli altri, abbiamo modo di capire le opinioni della gente sulle loro azioni e agire di conseguenza.

In conclusione,  al di là di tutto, sotto il desiderio di parlare della vita altrui rimane il sapere. La spinta non è niente altro che la curiosità, spinta fondamentale anche della scienza. In ambedue i casi, nella scienza e nel pettegolezzo, non si tollera che eventi importanti ci rimangano ignoti. La figlia dei celeberrimi antropologi Gregory Bateson e Margaret Mead, Mary Catherine, ricorda che la madre le diceva che non sarebbe mai diventata un’antropologa perché non si interessava abbastanza dei pettegolezzi dei vicini.

In fin dei conti lo scambio di dettagli relativamente insignificanti sulla vita quotidiana invia un metamessaggio di relazione e attenzione: i non pettegoli possono essere tacciati di non amare troppo il prossimo!

Il contenuto degli articoli è preso dall’interessantissimo libro dello psicologo Sergio Benvenuto “Dicerie e pettegolezzi”. (Il mulino Editore) e da diversi articoli on line che avevo consultato anni fa per completare la mia relazione dal titolo “Le allegre comari : fenomenologia del pettegolezzo”. Purtroppo non trovo la bibliografia.

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